Calvi Risorta, Giano Vetusto e Rocchetta e Croce sono tre piccoli centri dell’alto casertano ubicati alla base del Monte Maggiore che conservano una ricca tradizione archeologica e storico - artistica millenaria. Il patrimonio principale costituisce, anche per Sparanise e Francolise, l’area archeologica di Cales che ha restituito a noi evidenze a partire dalla preistoria, dalla facies ausone e etrusco – sannita fino a toccare l’età romana, medievale e sette – ottocentesca. Gioielli ancora visibili oggi lungo la SS Casilina rappresentano la Cattedrale Romanica di San Casto, il Castello Aragonese e sul lato opposto della corsia in quella che era l’antica città romana e intorno alle mura, il Teatro Romano, le Terme Centrali e le Grotte Rupestri (la Grotta dei Santi e la Grotta delle Fornelle). L’amante di storia, archeologia e arte anche in questi luoghi può immergersi in una passeggiata tra natura, storia, cultura e assaporare gusti, sapori, suoni e vita di un popolo caleno che vive ancora oggi nella nostra identità culturale e sociale. Tuttavia, ancora oggi è poco interessato alla ricerca il tratto viario e il territorio a nord di Cales, che comprende anche gli odierni abitati di Giano Vetusto e Rocchetta e Croce, che in passato ha restituito evidenze notevoli che potrebbero ricostruire la storia dell’occupazione del territorio e la sua funzione originaria. Il percorso ricalca in parte quel tratto viario che, come ricorda lo storico Tito Livio (XXII 13,6) descrivendo i fatti di cui questo territorio fu teatro durante le guerre sannitiche e la guerra punica, parallelamente alla Via Latina che da Teano si introduceva nella città romana di Cales, conduceva gli antichi caleni a nord – est, nel vasto e florido entroterra. Questo asse viario dall’attuale cimitero di Calvi Risorta conduceva ai centri abitativi ubicati alle pendici del Monte Maggiore, quali Giano Vetusto e Rocchetta e Croce, e dal Monte Maggiore costituiva un collegamento con il Campus Stellatis, la piana che comprendeva gli odierni Pignataro Maggiore, Bellona e Camigliano. Si trattava di un vasto e florido territorio interno, il cosiddetto Ager Calenus, che in età coloniale romana era organizzato intorno alla città di Cales in appezzamenti di terreno coltivato, principalmente viti e olivi, in quartieri abitativi rurali, i cosiddetti vici, o in autentici piccoli centri abitati (i pagi) con ville rustiche, spesso dotate di settori abitativi residenziali, fattorie di piccole e medie dimensioni e quartieri artigianali che favorivano gli scambi commerciali lungo tali vie di comunicazione extraurbana. Le testimonianze archeologiche hanno ricostruito la storia e l’organizzazione agricola e commerciale lungo tale asse viario, costeggiato da sorgenti e corsi d’acqua, infatti a partire da Località Circumvallazione, in Calvi Risorta, dove è indiziata la presenza di un quartiere di natura agricola e artigianale di età romana e medievale, fino a Giano Vetusto (Località Masserie di Giano – Masseria Vitagliano – Località Masseria Coppa Bianca – Località Le Corde – Località Campole – Località Marotta) e Rocchetta e Croce (Masseria Loreto – Località Ciatanini), che presuppongono, attraverso le evidenze di strutture murarie, fonaci, apprestamenti idrici, cisterne e pozzi, nonché la presenza di ceramica a vernice nera, anfore Dressel, le sigillate italiche e africana, lungo il suo percorso, la presenza principale di ville e fattorie a vocazione agricola e artigianale in un territorio ricco e suggestivo, che oggi è in parte perduto. Se proseguiamo la passeggiata in Giano Vetusto riscopriamo il primo abitato romano e poi Longobardo di Rocciano con la chiesa di San Martino, il borgo storico di Curti, le belle Chiese con pregevoli architetture e opere storiche – artistiche come le Chiese di Santa Maria di Giacomo, la Chiesa di San Giovanni Evangelista e una natura meravigliosa. Questa passeggiata in un territorio poco esplorato tra paesaggio, natura, archeologia e storia potrebbe riportarci a osservare e riflettere sulla bellezza, sulle memorie e sulle tradizioni culturali e popolari radicate di un territorio, quale è quello caleno, che non dovrebbero essere dimenticate ma valorizzate e ‘vissute’.
Concetta Bonacci
L’ager calenus è stato trattato in Concetta Bonacci ‘Cales un’area archeologica da riscoprire’, ed. Vertigo Libri, Roma 2013
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